Bianca e gli altri raccontano le montagne della Garfagnana al Trento Film Festival

In programmazione giovedì 7 maggio il documentario “Bianca e gli altri”, scelto tra quasi 500 candidature, realizzato lo scorso anno dall’Unione Comuni Garfagnana per far conoscere il progetto di recupero della pecora Garfagnina Bianca, i territori e i paesaggi della pastorizia

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Un’idea dell’Unione Comuni Garfagnana: far conoscere il lavoro dei pastori del Associazione allevatori per recuperare la Garfagnina Bianca, la pecora raffigurata da Giotto nei suoi dipinti, oggi a rischio di estinzione, attraverso un video che raccontasse il lavoro, ma anche i territori, i paesaggi, i personaggi, uomini e animali, senza i quali questo recupero non sarebbe stato possibile.

 Il video è stato realizzato lo scorso anno, in più riprese, presso le abitazioni stesse dei pastori e in altri luoghi dell’Appennino, tra Castelnuovo Garfagnana, Pieve Fosciana, Sillico, San Pellegrino in Alpe, seguendo le greggi nel loro percorso di transumanza e soggiorno all’alpeggio.

I finanziamenti ce li ha messi l’Unione Europea attraverso il progetto Vagal (acronimo di Valorizzazione del Germplasma  Autoctono Locale) che in Garfagnana ha interessato appunto la popolazione ovina Garfagnina Bianca.
Protagonista “Bianca “ e una ventina di pastori che sotto la guida di Mario Cavani che “sapeva come si doveva fare questo lavoro” hanno messo le loro competenze a disposizione di un progetto importante per la salvaguardia della biodiversità e della montagna stessa.  Le riprese, affidate a Roberto Giomi, pubblicitario e videomaker con una passione per il mondo rurale e montano e per le infinite storie che riesce a raccontare.

Il progetto di recupero della Garfagnina Bianca, partito con 20 esemplari ha “ripopolato” gli ovili garfagnini fino a raggiungere gli oltre 1.000 attuali, è parte di un percorso più ampio intrapreso dall’Unione Comuni Garfagnana di cui fanno parte anche altri progetti volti al recupero produttivo di selve, fagiolaie, patataie, alpeggi. Progetti che guardano alla filiera (per le pecore si parla di formaggio, carni, lane ma anche di territori e paesaggi) e che mirano a dimostrarne la sostenibilità ambientale e soprattutto  economica e una concreta possibilità di vita in montagna.  Micropaesaggi produttivi e tipici della montagna garfagnina, piccoli episodi che tutti insieme e insieme ad altrettanti episodi di cultura, arte, ambiente, geologia  contribuiscono a costruire un sistema complesso e infinito, attraente soprattutto per un turismo consapevole e di basso impatto di cui la montagna ha bisogno.

 Un progetto visionario e concreto, di cui il paesaggio “buono da mangiare”, il paesaggio antropico per eccellenza,  disegnato per la produzione di cibo in condizioni difficili, è protagonista indiscusso.

 Per Sandro Pieroni, dirigente dell’Unione Comuni e responsabile del progetto;  “La Garfagnana è una terra in cui è ancora presente un grande patrimonio di biodiversità agraria coltivata ed allevata, segno di una ricchezza culturale che oggi può essere valorizzata per divenire il motore di un processo innovativo di governance del territorio.

A partire dal 2004 l’Unione Comuni Garfagnana ha avviato un progetto articolato di recupero e salvaguardia delle antiche varietà coltivate, costituendo una delle sedi regionali della Banca del Germoplasma.

Oggi presso la Banca sono raccolte oltre un centinaio di antiche varietà orticole, 240 piante madri di varietà frutticole e 50 varietà di vite con circa 1.200 esemplari. Con il progetto VAGAL abbiamo lavorato soprattutto sulla razza ovina Garfagnina Bianca, nel 2004 ridotta ormai a pochi esemplari,  ed oggi recuperata ad  una nuova presenza sui pascoli dell’Appennino.

Salvaguardare questa biodiversità significa valorizzare e dare riconoscimento alla cultura e alle tradizioni ancora vive nelle nostre montagne, assicurare dignità agli allevatori rimasti, riconoscere loro un ruolo essenziale di presidio, senza il quale il delicato equilibrio della montagna è messo in pericolo.

Ecco perché proseguiremo con il progetto “Ri-dare valore alla terra” che rappresenta il passo successivo di un percorso che, dalle antiche varietà e dalle razze dimenticate, conduca al recupero dei terreni e degli elementi tipici del paesaggio della Garfagnana, ai pascoli, alle fagiolaie, ai patatai, come nuova occasione per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione. Solo in questo modo potremo restituire alla Garfagnana una sua dimensione in cui l’uomo è attore consapevole e indispensabile per lo sviluppo.”

Pochi giorni fa la bella notizia, ricevuta dall’autore, che il documentario è in programmazione alla 63^ edizione del Festival nella sezione “Natura DOC”.

Un’esperienza significativa” dice Giomi “ Mario Cavani, la sua famiglia e tutti gli altri pastori hanno contribuito a tessere un racconto corale, dove emerge l’importanza del rapporto con l’ambiente  per vivere in montagna, scelta di vita non facile che dalle città osserviamo romanticamente ma che dobbiamo in qualche modo condividere e supportare senza sentimentalismi, ma con tanta partecipazione e riconoscenza se vogliamo che il sistema pianeta, in tutte le sue declinazioni, conservi un equilibrio.”

 Un’occasione per portare la Garfagnana in un luogo “sacro”, il Trento Film Festival, per la comunicazione della montagna e dei suoi ambienti naturali e sociali. Un’opportunità per raggiungere, grazie alla portata internazionale del festival e alle caratteristiche del web, l’ampio pubblico di una delle rassegne più importanti e seguite d’Europa dedicati al mondo della montagna.

 Il Presidente dell’Unione Comuni Garfagnana, Paolo Fantoni, sottolinea l’importanza di questo riconoscimento LUnione Comuni della Garfagnana, da anni è impegnata nella tutela e la salvaguardia del territorio, in tutte le sue sfaccettature, dalla biodiversità agraria e animale, fino alle tradizioni e al paesaggio. Tutte le nostre politiche sono rivolte alla valorizzazione delle potenzialità inespresse che partendo dalle fiere radici della gente di montagna possano permettere alle comunità di continuare a vivere nella nostra valle. Il documentario in programma al Trento Film Festival rappresenta perfettamente questo impegno.

 Il documentario, in programmazione il 7 maggio prossimo a Trento nel corso del festival, rimarrà poi visibile sul sito ufficiale www.trentofilmfestival.it