La farina di neccio DOP

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La testimonianze più antiche della presenza del castagno in Garfagnana risalgono ad alcuni rari documenti del VII° – VIII° secolo d.C. Probabilmente un sensibile incremento dei castagneti in Garfagnana si è avuto comunque posteriormente ai secoli del tardo impero romano e dell’alto medioevo. A partire dal 1400, con il progressivo aumentare della popolazione, crebbe anche l’importanza del castagno tanto che la sua coltivazione subì un notevole incremento fino a raggiungere il suo apice all’inizio dell’ 800.

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Il castagno, definito anche “albero del pane”, ha sfamato con i suoi frutti intere popolazioni montane, ed ha caratterizzato la cultura e le tradizioni stesse della gente di montagna.

Recentemente hanno preso l’avvio alcne importanti iniziative riguardanti la cultura del castagno. Presso la Comunità Montana della Garfagnana ha sede la Associazione Nazionale Città del Castagno che raccoglie un centinaio di Comuni e Comunità Montane di tutta la penisola unite dallo stesso interesse sulla coltivazione del castagno, che promuovono iniziative culturali e scientifiche attorno a questo specifico tema.

 

Presso l’azienda del Patrimonio Agricolo Regionale di di Cerasa è stata avviata l’iniziativa “Adotta un castagno in Garfagnana” che consente di promuovere uno degli ultimi secolari castagneti presenti sul territorio.

La “Farina di neccio della Garfagnana DOP”, un tempo considerata l’alimento base delle classi umili, si ottiene dalla lavorazione delle castagne.

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Dopo l’eliminazione dei frutti non integri, le castagne vengono poste ad essiccare nel “metato”, su cannicci di legno, per almeno 40 giorni. Quindi vengono sottoposte a battitura (pulitura) e selezione per eliminare i frutti bacati e quelli che non presentano caratteristiche ottimali. La molitura avviene in mulini con macina di pietra, quindi la farina ottenuta viene stoccata e infine confezionata.

La “Farina di neccio DOP”, secondo il disciplinare di produzione, può essere presente sul mercato a partire dal primo Dicembre di ogni anno.

Viene utilizzata per la polenta dolce, il castagnaccio, i necci, i biscotti ed altri dolci.