La Banca dell’Identità e della Memoria della Garfagnana si arricchisce di un volume che sa di arte e di paesaggio

“PIETRO DA TALADA Un pittore del 400 tra l’Appennino Reggiano e le Apuane”

mette al centro l’Appennino Tosco Emiliano e il suo crinale

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L’Appennino nel Cuore, una giornata speciale e sentitamente partecipata da un vasto pubblico quella di domenica 12 luglio, nello splendido scenario del Passo di Pradarena a confine tra Garfagnana e Appennino reggiano,  ricca di iniziative e organizzata nell’ambito di ParcoAppennino nel Mondo, il progetto gestito dalla Unione Comuni Garfagnana e promosso dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. La ormai nota manifestazione ha visto susseguirsi testimonianze e diversi momenti in un ideale dialogo tra cittadini affettivi, studiosi, amministratori, musicisti e territorio. In particolare è stata l’occasione per la Banca dell’Identità e della Memoria dell’Unione Comuni Garfagnana per presentare ufficialmente il nuovo e attesissimo “PIETRO DA TALADA Un pittore del 400 tra l’Appennino Reggiano e le Apuane”. Alla presenza del Presidente, Paolo Fantoni, della curatrice della pubblicazione Clementina Santi, del Sindaco di Busana Daniela Pedrini e del Presidente del Parco Nazionale Fausto Giovanelli, non si è trattato semplicemente del  lancio di un nuovo libro, bensì della condivisione di un progetto, prima di ricerca e poi di valorizzazione, voluto fortemente dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, dall’Unione Comuni dell’Alto Reggiano e dai Comuni di Piazza al Serchio e Busana, che l’Unione Comuni Garfagnana ha coordinato per far conoscere l’opera di Pietro da Talada, conosciuto meglio come il Maestro di Borsigliana, un pittore attivo nella seconda metà del 1400 tra la Garfagnana, L’Emilia e la Versilia.

Un libro di arte, ma anche di paesaggio. Da un lato ci conduce a scopri­re luoghi sconosciuti e straordinari, oggi marginali ma che per molto tempo hanno occupato un posto importante nelle relazioni economiche, culturali e religiose tra due Regioni; in particolare, sono le valli del Serchio e del Secchia che fanno da sfondo alla figura dell’artista. Dall’altro lato, un libro che attra­verso gli studi che raccoglie, non svela certo il mistero sul Maestro pittore, ma aggiunge qualcosa in più, seguendo quell’unica traccia che è la firma che leggiamo su una delle pale d’altare dipinta nel 1463: le parole “Hoc opus f. fieri Joannes Calesblarius de Soragio. Etpictusfuitp. me Petrus de Talata”. Il contesto storico e territoriale del XV secolo è per scelta molto sintetico; i contributi di esperti offrono invece un’analisi delle opere dettagliata ma an­che divulgativa, pensata per un turista che si trova davanti il dipinto e intende seguire il percorso delle opere di Pietro da Talada con il volume come guida artistico-turistica. Si tratta quindi di un’opera con taglio del tutto nuovo, che vuole essere una opportunità di valorizzazione e di scoperta di luoghi che oggi sono al di fuori dei percorsi turistici di massa e che vanno conosciuti non solo per le loro bellezze paesaggistiche, ma anche per i valori culturali che custodiscono.

“Accogliamo con grande soddisfazione questa opera nella Collana della Banca dell’Identità e della Memoria della Garfagnana” – afferma il Presidente dell’Unione Comuni Garfagnana Paolo Fantoni –  che rappresenta un importante risultato di un percorso artistico, culturale e turistico in cui il Co­mune di Busana, l’Unione dei Comuni dell’Appennino reggiano, il Parco Nazio­nale dell’Appennino tosco emiliano, il Comune di Piazza al Serchio e l’Unione Comuni della Garfagnana hanno creduto fortemente e che potrà costituire, insieme al pieghevole prodotto nel 2012, un valido strumento di conoscenza e di guida ai luoghi e alle opere del Maestro pittore attraverso i due versanti dell’Appennino tosco emiliano: dal paese “natale” di Talada, sull’Appennino reggiano, fino alle chiese di Garfagnana e Versilia.”

Il volume rientra infatti in un progetto più ampio che si persegue da qualche anno e che vuole ritrovare le relazioni tra i due versanti d’Appennino. Con­segue quindi un duplice obiettivo: portare a conoscenza le opere di un gran­de artista del ‘400, che si colloca nel panorama del Gotico internazionale, un movimento artistico che presenta in queste zone altri esempi rilevanti; creare un nuovo percorso, la Via dei Colori, che metta al centro l’Appennino tosco emiliano e il suo crinale, che anche l’opera di Pietro ancora una volta ha unito e non separato.