In Garfagnana nasce la Comunità del cibo e della agrobiodiversità. Il nuovo progetto dell’Unione Comuni per il miglioramento del sistema alimentare a partire dalla valorizzazione delle produzioni locali.

Un processo di coordinamento per mettere a sistema percorsi, già in parte avviati, di filiera corta, vendita diretta, acquisto e consumo identitario secondo una visione strategica che riunisca i portatori di interessi a tutti i livelli, nell’ambito della produzione, della trasformazione, del consumo consapevole, ma anche dell’istruzione, della cultura, della governance.

 

Costituire una Comunità del cibo e della agrobiodiversità di interesse agricolo ed alimentare in Garfagnana e sviluppare azioni congiunte per il miglioramento del sistema alimentare a partire dalla valorizzazione delle produzioni locali, facendo particolare attenzione alla conservazione della biodiversità agricola e degli ecosistemi. Questi sono gli obiettivi cardine del nuovo progetto dell’Unione Comuni Garfagnana finanziato nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Toscana da Terre Regionali Toscane in collaborazione con l’Università di Pisa, al fine di incentivare e garantire a livello locale uno sviluppo economico, culturale, sociale e ambientale armonico e rispettoso degli equilibri naturali.

L’iniziativa non consiste in un’azione concepita ex-novo, è un ulteriore passo nel lungo percorso che da oltre un decennio vede collaborare la Comunità Montana  prima e oggi l’Unione dei Comuni con gli Enti e le Istituzioni del territorio stessi. Nel 2005 infatti il progetto “I semi del sapere” attivato con il coinvolgimento delle scuole ha dato ulteriore impulso all’attività  di ricerca delle antiche varietà agrarie intrapresa dall’Ente dalla fine degli anni ’90. Condotta dai ragazzi delle scuole del territorio, l’attività ha consentito di raggiungere capillarmente la comunità locale, e quindi di avviare un’importante azione di sensibilizzazione, oltre che di recuperare un notevole patrimonio genetico vegetale. L’istituzione, nel 2008, della sede locale della Banca regionale del Germoplasma e l’individuazione di un nucleo di coltivatori custodi, ha assicurato la conservazione delle varietà recuperate. La pubblicazione di volumi nella Collana della Banca dell’identità e della Memoria sulla biodiversità della Garfagnana, il formentone otto file, il farro, il castagno, i prodotti tipici e cicli produttivi visti dagli alunni delle scuole e altri ancora  ha costituito ulteriori strumenti e momenti di divulgazione su questo tempo. L’idea di dar vita ad una Comunità del Cibo e dell’agrobiodiversità della Garfagnana si inserisce così a pieno titolo in lungo percorso di riscoperta e sensibilizzazione e si pone, in questo senso, come un  ulteriore e innovativo tassello.

La Comunità del Cibo si propone di realizzare tale scopo cercando di fortificare e mettere a sistema alcuni percorsi, già in parte avviati, di filiera corta, vendita diretta, acquisto e consumo identitario secondo una visione strategica che, in chiave locale, sia in grado di far convergere i diversi attori su una ottica comune che veda interessati, inevitabilmente, i temi della sicurezza alimentare, dell’eticità del cibo – intesa come tradizione, rispetto delle persone e legame con la natura – e della sovranità alimentare. La Comunità è aperta a tutti coloro che a vario titolo si sentono vicini a questi temi, dai produttori alle associazioni di categoria, dagli operatori economici ai liberi cittadini, con l’obiettivo di costruire una rete di collaborazione locale che porti allo sviluppo di azioni concrete.

Dal un punto di vista organizzativo e operativo sarà caratterizzata da distinte tipologie di soggetti, di accordi e di strumenti di pianificazione quali la Carta della Comunità del Cibo, il Patto della Terra e il Piano strategico della Comunità del Cibo. Nell’insieme vengono abbracciati i temi della sicurezza alimentare, dell’eticità del cibo (intesa come tradizione, rispetto delle persone e legame con la natura) e della sovranità alimentare. L’idea di fondo è quella di far convergere, in una visione strategica locale, le azioni dei singoli attori in un’ottica più ampia, quella comunitaria. A partire da questi presupposti si sono svolti nell’ultimo mese una prima serie di incontri di concertazione che hanno riscosso un sensibile interesse rispettivamente con i Coltivatori Custodi della sezione locale della Banca del Germoplasma, con gli Enti e le Istituzioni del territorio, con gli altri soggetti potenziali firmatari della Carta della Comunità e del Patto della Terra: aziende agricole e agrituristiche del territorio,  ristoratori e  trasformatori in genere,  associazioni di produttori e allevatori, gruppi di acquisto solidale e cittadini sensibili al tema in questione.

“Si tratta di ridare nuovo impulso al senso di comunità e di appartenenza da sempre connaturato agli abitanti della Garfagnana che oggi possono farsi protagonisti di un nuovo importante progetto” – afferma il Presidente dell’Unione Comuni Garfagnana Nicola Poli – “In tal senso è centrale il ruolo degli Enti e Istituzioni del territorio: sono essi i soggetti deputati a convergere in un “patto della terra” che riunisca i portatori di interessi a tutti i livelli, nell’ambito della produzione, della trasformazione, del consumo consapevole, ma anche dell’istruzione, della cultura, della governance. La prima fase di presentazione e approfondimento del progetto ha dato vita tra i presenti a lunghi scambi di idee e punti di vista che sono serviti a mettere a fuoco le criticità e i punti di forza su cui adesso è opportuno focalizzarsi per dar seguito alla fase successiva che, attraverso un ciclo di incontri di ritorno porterà alla condivisione dei contenuti e alla elaborazione della Carta della Comunità e del Patto della Terra che si porrà a suo sostegno.”