Ogni anno il Paese di Pieve Fosciana onora la domenica in albis con una grande fiera delle merci e eventi di animazione di forte richiamo locale e non solo. La festa affonda le sue radici in un avvenimento della storia locale, l’8 aprile 1869 – come ricorda il Sindaco Francesco Angelini nel corso della presentazione ufficiale dell’evento – che in quell’anno coincideva con la prima domenica dopo Pasqua, quando l’imperatore Carlo IV liberò Lucca e il suo territorio dalla dominazione pisana. Da allora quel giorno in Lucchesia prese il nome di Domenica o Festa della Libertà. L’appuntamento soprattutto nel passato era una grande occasione per i vari produttori locali di vendere i loro prodotti, ma anche per aprire compravendite di terreni o di bestiame. Oggi si festeggia come allora e rappresenta l’arrivo della bella stagione.
Quest’anno, nei giorni 7, 8 e 9 aprile p.v., abbinate alla fiera si terranno l’VIII edizione della Mostra Provinciale della Pecora Garfagnina Bianca iscritta al registro anagrafico e la VII Esposizione “GARFAGNANALLEVA”, appuntamenti nati dalla collaborazione dell’Associazione Regionale Allevatori della Toscana con il Comune di Pieve Fosciana, l’Unione Comuni Garfagnana, la Regione Toscana, d’intesa con Coldiretti e C.I.A. e Associazione Allevatori razza bovina garfagnina.
Il primo sarà caratterizzato dall’esposizione di una decina di gruppi di razza di Pecora Garfagnina Bianca, su un totale di 30 allevamenti provenienti da tutta la Garfagnana. La vetrina di “GARFAGNANALLEVA”, inoltre, metterà in mostra altre specie animali allevate rigorosamente in Garfagnana quali la mucca di razza Frisona, Bruna, Garfagnina, Pontremolese, Pezzata Rossa, oltre a suini e capre Garfagnini.
Il progetto di recupero della Garfagnina Bianca, partito con 20 esemplari ha “ripopolato” gli ovili garfagnini fino a raggiungere gli oltre 1.000 attuali, è parte di un percorso più ampio intrapreso dall’Unione Comuni della Garfagnana di cui fanno parte anche altri progetti volti al recupero produttivo di selve, fagiolaie, patataie, alpeggi. Progetti che guardano alla filiera (per le pecore si parla di formaggio, carni, lane ma anche di territori e paesaggi) e che mirano a dimostrarne la sostenibilità ambientale e soprattutto economica e una concreta possibilità di vita in montagna. Micro paesaggi produttivi e tipici della montagna garfagnina che contribuiscono a costruire un sistema complesso ed attraente soprattutto per un turismo consapevole e di basso impatto di cui la montagna ha bisogno.
“La Garfagnana è una terra in cui è ancora presente un grande patrimonio di biodiversità agraria coltivata ed allevata, segno di una ricchezza culturale che oggi può essere valorizzata per divenire il motore di un processo innovativo di governance del territorio” – afferma il Presidente dell’Unione Comuni Garfagnana Nicola Poli – “Con il progetto VAGAL abbiamo lavorato soprattutto sulla razza ovina Garfagnina Bianca, nel 2004 ridotta ormai a pochi esemplari, ed oggi recuperata ad una nuova presenza sui pascoli dell’Appennino.” Salvaguardare questa biodiversità significa valorizzare e dare riconoscimento alla cultura e alle tradizioni ancora vive nelle nostre montagne, assicurare dignità agli allevatori rimasti, riconoscere loro un ruolo essenziale di presidio, senza il quale il delicato equilibrio della montagna è messo in pericolo.