LA GIUNTA DELL’UNIONE COMUNI GARFAGNANA INTERVIENE SULLE FORME DI GOVERNO FORESTALE.

RICHIESTA ALLA REGIONE TOSCANA LA REVISIONE DELLA LEGGE FORESTALE SULLA GESTIONE DEI BOSCHI.

Puppa: “Incentivare i boschi cedui per salvaguardare l’ecosistema e le nuove esigenze del territorio”

foto.jpg

L’Unione Comuni Garfagnana, competente in materia forestale in quanto soggetto delegato ai procedimenti inerenti il vincolo idrogeologico, persegue tra le finalità statutarie,  la promozione di attività di programmazione e di tutela ambientale e favorisce la valorizzazione dei beni paesaggistici, naturalistici e culturali, curando unitariamente gli interessi delle  popolazioni locali.

La vigente normativa regionale in materia forestale impone scelte di governo del bosco che, in un’area quale la Garfagnana, rispondono in maniera sempre meno coerente con quelle che appaiono al momento attuale le reali esigenze del territorio.

Sono venute a mancare nel tempo le motivazioni che maturarono, negli anni sessanta, l’opportunità dei diffusi rimboschimenti a conifera ed il ricorso all’alto fusto per soddisfare la richiesta di un mercato che, oggi, è radicalmente cambiato.

Da queste considerazioni, la Giunta dell’Unione Comuni Garfagnana si è attivata presso la Regione Toscana richiedendo la revisione della vigente normativa regionale in materia di gestione forestale, segnalando le rinnovate necessità anche in funzione della valorizzazione del territorio e delle risorse disponibili.

La conservazione della biodiversità costituisce oggi un obiettivo centrale anche nella selvicoltura perché presupposto per la conservazione sia delle capacità produttive sia delle funzioni ambientali di difesa idrogeologica.

La Giunta dell’Unione ritiene necessaria un’attenta riflessione sull’opportunità di considerare  l’avviamento ad alto fusto sempre e comunque come la scelta migliore per la gestione del bosco laddove, al contrario, questa trasforma il bosco, di fatto, in una monocultura in cui, via via, scompaiono specie vegetali del sottobosco che si possono invece ritrovare nei boschi a ceduo, nelle radure e nella variabilità del paesaggio boschivo tradizionale della Garfagnana, con ostacolo all’affermarsi del corretto equilibrio tra le componenti vegetali ed animali.

Tra l’altro, sempre più frequentemente accade che le specie animali, tipicamente componenti dell’habitat forestale, siano spinte ad adattarsi in ambienti esterni al bosco alterando equilibri naturali delicati e spesso in contrasto con la presenza dell’uomo.

A ciò si aggiunge la considerazione che l’avvio di politiche di incentivazione per l’utilizzo di biomasse ad uso energetico lascia prevedere in futuro un incremento della domanda di prodotti legnosi diversi da quelli che mossero le politiche forestali per la Garfagnana negli anni sessanta.

Queste prospettive mettono in evidenza, la necessità di rivedere le forme di governo delle aree boscate restituendo un maggior ruolo, laddove possibile, alla ceduazione, come forma di governo in grado di produrre a cicli più brevi, quantità di massa legnosa soddisfacente e in grado di conservare la propria biodiversità senza recare pregiudizio ad altri ecosistemi.

Le nuove esigenze sottolineano l’importanza di mantenere alto il livello di attenzione sulle funzioni ambientali delle foreste e sull’esigenza di una adeguata governance che, attraverso la condivisione di conoscenze e di scelte, consenta di gestire efficacemente il difficile equilibrio tra economia e natura.