Per una corretta lettura e una conoscenza completa del territorio non si può prescindere da una analisi che tenga conto delle trasformazioni che le varie componenti fisiche, ambientali, produttive, infrastrutturali, insediative hanno subito nell’arco del tempo, facendo emergere la sequenza delle trasformazioni storiche attraverso segni, opere e manufatti che compongono il sistema delle preesistenze.
La conoscenza delle configurazioni insediative storiche e l’interpretazione dei relativi assetti territoriali assumono importanza non solo come memoria e messaggio a carattere storico-culturale, ma anche come riferimento per una corretta individuazione di ipotesi progettuali che non vadano a sovrapporsi e sostitursi all’assetto territoriale consolidato.
Tale sistema delle preesistenze presenta caratteri di continuità ancora l eggibili se si considera che da segni docucmentali di epoca preistorica emerge un’ articolazione policentrica, mentre dell’ epoca romana si conservano tracce evidenti nel sistema viario e nell’ ordinamento poderale agrario; si può ragionevolmente ritenere che numerosi centri a carattere insediativo attualmente esistenti abbiano raggiunto un’identità definita in epoca longobarda, mentre l’assetto territoriale attuale deriva dal riassetto operato nell ‘Alto Medioevo fino all’età comunale.
Da quanto sopra emerge che l’ organizzazione insediativa e, in un certo senso anche quella infrastrutturale attuale, non si discostano da quell’ assetto che nelle varie epoche ha subito adeguamenti alle esigenze fisiche, economiche, militari e religiose contingenti senza sostituirsi al preesistente.
Questa trasformazione graduale, senza sconvolgimenti traumatici, ha permesso di trasferire fino ai giorni nostri le memorie delle varie epoche attraverso sia l’ organizzazione generale che segni documentali.
Le testimonianze puntiformi più evidenti e diffuse delle varie epoche storiche sono rappresentate da elementi di architettura religiosa, militare, produttiva, insediativa, infrastrutturale; la prima si concretizza attraverso la presenza di numerosi manufatti che vanno da pievi, chiese e cappelle a monasteri, eremi, oratori e “spedali” per il ricovero ed il ristoro dei pellegrini, fino ad una proliferazione di piccole maestà dislocate lungo le vie di transito.
Un aspetto di assoluto rilievo è costituito dall’ architettura militare rappresentata da fortezze, rocche, castelli e nuclei murati come segno inconfutabile della necessità di difesa contro le mire espansionistiche messe in atto di volta in volta da Lucchesi, Fiorentini o Estensi, o a consolidare un’ organizzazione politico – territoriale.
Gli insediamenti abitativi storici a dimostrazione dalla prevalente struttura agraria, presentano una localizzazione per lo più su rilievi collinari o rocciosi ; per dare risposta ad una duplice esigenza di difesa da un lato e di “consumo” della minor quota possibile di terreno suscettibile di utilizzazione agricola dall’ altro.
Sono prevalentemente dislocati nella fascia altimetrica fra i 400 e i 600 m.l.m., una fascia che individua il limite degli insediamenti permanenti, al di sotto della zona destinata a bosco e a pascolo e al di sopra di quella agricola e seminativa.
Nel fondovalle, lungo le vie di maggior transito, sono ubicati i centri a prevalente carattere commerciale, mentre nelle zone a più elevata altimetria, destinate a pascolo, si riscontrano gli alpeggi, nuclei a specifico uso pastorale-agricolo a carattere stagionale direttamente connessi con il fenomeno della transumanza.
Dal punto di vista costruttivo essi sono formati da organismi edilizi improntati alla massima semplicità costruttiva e tipologica, spesso unicellulari che presentavano un uso “promiscuo” di ricovero per i greggi e per i pastori (i cosiddetti “casini” o “caselli” e le capanne).
Gli elementi ricorrenti legati al settore produttivo fanno parte di un sistema in cui assumono caratteri testimoniali dello svolgimento della vita legata all’attività agricola ed in particolar modo al ciclo della castagna, tanto da poter essere individuate come emergenze storico-culturali suscettibili di salvaguardia e valorizzazione.
Essi consistono prevalentemente:
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capanne con struttura in legno e copertura in paglia poste nel castagneto con la funzione di immagazzinamento del fogliame necessario per le lettiere del bestiame
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metati, costruzioni unicellulari poste ai margini o all’interno del castagneto e adibiti all’essiccazione del prodotto appena raccolto
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mulini, posti lungo i corsi d’acqua per sfruttarne la potenzialità energetica, dove le castagne essiccate venivano trasformate in farina per poi immetterla nel ciclo alimentare sia umano che animale
Le varie fasi legate all’uso dei suddetti manufatti e al ciclo della castagna, come altre connesse alla raccolta ed alla trasformazione di altri prodotti come grano e granturco, erano sottolineate e valorizzate da manifestazioni collettive tradizionali che scandivano la vita contadina e rappresentavano veri e propri momenti di socializzazione fra i vari nuclei familiari strutturati in modo patriarcale; il luogo privilegiato per lo svolgimento delle iniziative ricordate era l’ aia, spazio intorno al quale si posizionavano inoltre le costruzioni necessarie allo svolgimento della vita rurale. Il sistema insediativo è caratterizzato dalla presenza di alcuni nuclei principali di dimensioni peraltro abbastanza ridotte, corredata da una proliferazione di case sparse a testimonianza della necessità di una presenza umana direttamente sul fondo agricolo che, insieme ai manufatti ad uso produttivo precedentemente descritti, contribuisce a disegnare il paesaggio rurale.
La presenza di un patrimonio edilizio così diffuso sul territorio è legata alla spiccata frammentazione dei fondi dovuta in gran parte all’ insufficienza della superficie agricola coltivabile in rapporto alla popolazione insediata, fatto questo che ha spinto allo sfruttamento di aree sempre più marginali e morfologicamente difficili fino alla realizzazione dei terrazzamenti artificiali.